Due giovani sposi, un amante, la rivoluzione e la ghigliottina. Maria Antonietta, Luigi XVI e Hans Axel von Fersen furono i protagonisti inconsapevoli di un amore sacrificato ad un mondo adulto e spietato.
da leggere ascoltando: Le Orme, Gioco di bimba.
Quello tra Maria Antonia Giuseppa Giovanna d’Asburgo-Lorena – più nota come Maria Antonietta – e Luigi XVI di Francia, non fu ovviamente un matrimonio d’amore, ma politico, com’era consuetudine. L’arciduchessa d’Austria, figlia della fiera regina Maria Teresa d’Asburgo e dell’Imperatore del Sacro Romano Impero Francesco I, fu utilizzata per rafforzare l’alleanza austro-francese contro il temibile Federico II di Prussia. Alla volubile e capricciosa arciduchessa, cresciuta nel lusso e nella convinzione che la sua vita sarebbe stata una bella favola purché accettasse ciò che le veniva imposto, furono impartite lezioni private per esaltarne la già vivace intelligenza e la sua dote fu fissata per l’incredibile somma di circa 200.000 corone, una rendita di 20.000 scudi e numerosi gioielli. Un’enormità, per l’epoca.
Luigi XVI, figlio di un padre dalla moralità ineccepibile e quinto dei suoi complessivi nove figli, crebbe invece noncurante delle responsabilità, convinto che non sarebbero mai potute ricadere sulle sue spalle, così fin da giovane si dedicò con passione alla caccia e agli altri divertimenti che la sua classe sociale imponevano, sviluppando una limitata sensibilità ed una scarsa forza d’animo. La vita reale era per lui ciò che di noioso accade tra una frivolezza e l’altra, per nulla al mondo avrebbe desiderato portare sulle proprie spalle il fardello che la corona imponeva.
Una cultstory molto diffusa racconta che la regina Maria Teresa abbia avuto un terribile incubo riguardante Maria Antonietta, la notte precedente la sua partenza per la capitale francese: il sogno l’avrebbe mostrata ‘coperta di sangue ed in procinto di morire, ancora in giovane età ‘. La regina fu colta dalla preoccupazione e dal rimorso per quanto si stava compiendo, ma questi sentimenti svanirono con le prime luci dell’alba; il bene dell’impero veniva prima di tutto ed i matrimoni combinati erano all’ordine del giorno, tutto sarebbe andato nel migliore dei modi.

Gabriel Dufay è Luigi XVI in Louis XVI, l’homme qui ne voulait pas etre roi (Luigi XVI, l’uomo che non voleva essere re)
La futura regina di Francia incontrò il suo promesso nel 1770 a Compiègne – lui aveva solo 16 anni, lei 15 – e subito notò la differenza con i dipinti inviati in Austria: egli non era slanciato, solenne ed affascinante come l’avevano ritratto, ma sovrappeso, goffo ed impacciato. Lei era invece, secondo le testimonianze dell’epoca, ‘molto bella e raffinata, una vera regina ‘. L’accoglienza dei francesi fu calorosa, ma l’entusiasmo non durò a lungo: durante la celebrazione del matrimonio centinaia di parigini persero la vita a causa di un incidente, la prima notte di nozze non venne consumata e così fu per parecchio tempo; segnali che in molti interpretarono come di cattivo auspicio. La mancata intimità tra i giovani sposi si protrasse a lungo, quasi sette anni secondo gli storici, e la cosa preoccupò la regnante d’Austria, ansiosa di avere dei nipotini per i suoi progetti politici; Maria Teresa cominciò così ad accusare sua figlia di ‘scarso talento con gli uomini ‘ mettendone in dubbio la femminilità. Sfiduciata, sposata ad un uomo mediocre e noncurante, sola in una terra che non l’aveva mai realmente accettata, bersaglio degli intrighi di corte che vedevano in lei il capro espiatorio perfetto per criticare l’operato del re, la giovane regina cominciò a riempire la propria vita con costosi divertimenti – guadagnandosi il nomignolo di Madame Deficit – e cercò consolazione tra le braccia di un sincero amico, un ragazzo straniero dall’animo gentile conosciuto ad un ballo in maschera, che le aveva rapito il cuore
Nuove letture degli scambi epistolari tra Maria Antonietta e Hans Axel von Fersen sembrano confermare definitivamente quello che le fan di Lady Oscar sanno già da molto tempo: l’esistenza di un appassionato legame amoroso tra la regina di Francia ed il conte svedese. Il sentimento di Fersen era così forte e sincero che sarà lui a guidare la fuga dei reali a Varennes subito dopo la rivoluzione; fiducioso nella buona riuscita dell’impresa, lascerà i fuggiaschi poco prima del loro inaspettato arresto, una decisione che lo tormenterà per tutta la vita.
Mentre la mancanza di fermezza del sovrano francese riversava sul popolo le spese del lusso sfrenato di nobiltà e parte del clero, Maria Antonietta alimentava quell’immagine di donna frivola ed irresponsabile che ancora oggi l’accompagna. Gli eventi si susseguirono veloci ed implacabili: il popolo insorse, la famiglia reale tentò la fuga ma fu catturata a Varennes ed imprigionata. La prigionia fu dura, ma la regina sorprese i suoi detrattori, mostrandosi madre e moglie esemplare. Il processo che fu intentato contro di lei la vide accusata di numerosi crimini infamanti, il peggiore dei quali era una presunta relazione incestuosa con il figlio Luigi Carlo di soli otto anni, il quale fu sottratto alla famiglia durante la prigionia, affidato ad un ciabattino e plagiato affinché testimoniasse le false molestie della madre di fronte alla giuria di soli uomini, che la condannò a morte.
Luigi XVI fu ghigliottinato il 21 gennaio 1793, Maria Antonietta fu condotta al patibolo il 16 ottobre dello stesso anno. Secondo un’altra cultstory, le ultime parole della regina furono: ‘Pardon, Monsieur. Non l’ho fatto apposta.‘, rivolte al boia, al quale aveva pestato un piede mentre saliva i gradini verso la ghigliottina, tra gli insulti della folla. La morte dei due monarchi segnò la fine dell’ancien régime.
(M.G)
Curiosità:
- Maria Antonietta non pronunciò mai la famosa frase ‘ Che mangino brioche ‘, in merito al popolo parigino che manifestava contro la scarsità del pane. Queste parole le furono attribuite solo dopo la sua morte.
- La notizia della morte della sua amata scosse molto Hans Axel von Fersen, che così scrisse alla sorella Sophie: ‘ Colei per la quale vivevo, poiché non ho mai smesso di amarla, colei che amavo così tanto, per la quale avrei dato mille vite, non c’è più. Oh, mio Dio! Perché distruggermi così, cosa ho fatto per meritare la Tua ira? ‘. Come emerge dalla sua corrispondenza privata, il conte non provò mai più la stessa felicità al fianco di un’altra donna.