8) Neon Genesis Evangelion
A questo punto non si può non parlare del cult mecha per eccellenza, l’allucinato e geniale Neon Genesis Evangelion creato da Hideaki Anno nel 1995.
NGE, o anche semplicemente Evangelion, ha rappresentato negli anni ’90, quello che Gundam è stato per i ’70, un punto di non ritorno per il genere cui appartiene, rivoluzionando completamente il concetto di mecha fino a renderlo una dolorosa estensione del corpo del pilota, con il quale interagisce fisicamente – ma soprattutto psicologicamente – tramite una connessione interneurale. La serie presenta una trama complessa piena di combattimenti mozzafiato, riferimenti mistici, spunti filosofici, colpi di scena e soprattutto introspezioni psicologiche. E’ proprio quest’ultimo aspetto a risultare preponderante nella seconda parte dell’opera, svelando il fine ultimo del concept di Anno, un messaggio rivolto agli spettatori e principalmente agli otaku, gli amanti più incalliti di anime, manga e simili spesso affetti da ansia sociale. Complici alcuni fatti cruenti di cronaca, il termine acquisì un forte valore dispregiativo dalla fine degli anni ’80, definendo nella migliore delle ipotesi un individuo fortemente disadattato. Solo recentemente la subcultura otaku è stata rivalutata al pari di altri fenomeni simili come quello dei nerd. Quella appena fornita è solo una spiegazione superficiale e stereotipata dei termini e della cultura ad essi relativa – me ne rendo conto – ma davvero non basterebbe un’intera enciclopedia ad esplorarne tutte le sfaccettature. Avendo fatto esperienza in prima persona delle problematiche che affliggevano gli otaku, Anno ha quindi riversato nella sua opera magna tutto il malessere provato in quel periodo e le riflessioni che lo hanno portato ad uscire dalla sofferenza, sperando potessero guidare chi come lui stava attraversando un periodo simile.