Hans Rudolf “Ruedi” Giger è senza dubbio uno dei maggiori esponenti del surrealismo contemporaneo, nonché il padre di un genere artistico basato sulla biomeccanica. I suoi soggetti vengono infatti definiti biomeccanoidi, macchine organiche dalle vaghe sembianze horror, composte da corpi umani fusi ad oggetti meccanici, come le armi, e che spesso richiamano espliciti riferimenti sessuali. Pittore e scultore, diventa celebre però in ambito cinematografico, grazie allo Xenomorfo (Linguafoeda acheronsis), conosciuto ai più con il nome di Alien, protagonista dell’omonimo film di Ridley Scott del 1979. La creatura gli è valsa infatti un Oscar per gli effetti speciali, consacrandolo al grande pubblico.

Alien (Linguafoeda acheronsis), la creazione più famosa di Giger, apparsa per la prima volta nell’omonimo film di Ridley Scott del 1979
La versatilità dell’artista si esprime in molteplici ambiti: lega ad esempio il suo nome anche al settore dell’arredamento, come nel caso del Giger Bar, situato a Coira, sua città natale in Svizzera, e in altri progetti a New York e Giappone. Qualsiasi sia il campo d’azione, il suo stile è inconfondibile e, nonostante i molti tentativi, inimitabile.
Un aspetto meno conosciuto della corposa biografia dell’artista è il contributo nel campo musicale, sua grande passione. I suoi artworks sono diventati copertine di album che spaziano dal genere gothic metal (Triptykon) al progressive rock (Emerson, Lake & Palmer), dal punk (Danzig) al heavy metal (Celtic Frost). Ad accomunarli immagini ai limiti della censura. Ne è un esempio la copertina dei Dead Kennedys, costata alla band una cifra esorbitante a casa delle spese legali sostenute per ritirare dal mercato gli album ‘incriminati’. Sono in tutto 11 le cover firmate da Giger, due delle quali gli sono valse l’ingresso nella classifica delle 100 copertine musicali più belle di tutti i tempi, secondo la rivista Rolling Stone: “Brain Salad Surgery” di EL&P (1973) e “Koo Koo”, primo album solista di Debbie Harry dopo la militanza nei Blondie (1981). La prima delle due era in origine diversa dalla versione ufficiale, poiché raffigurava un pene, ma si optò per coprirlo con una sfera luminosa intorno alla bocca.
Una collaborazione importante è quella con la band nu metal dei KoЯn: l’asta del microfono del cantante Jonathan Davis è infatti un’opera dell’artista svizzero. Davis, da sempre suo grande ammiratore, gli diede carta bianca per la realizzazione dell’asta. Così, dapprima pensato nella forma di un serpente, il modello definitivo raffigura una donna dalle tipiche sembianze biomeccanoidi e dalle forme sinuose, ma al contempo austere, fortemente erotiche.
Con gli anni la ‘scultura funzionale’, così come definita dallo stesso frontman, è diventata parte integrante dell’immaginario legato alla band ed oggetto di culto per tutti gli amanti del metal e non solo. Giger è stato un autore capace di dar vita ad un universo fantascientifico originale e senza limiti che, se prima era legato solo all’ormai famosa specie aliena assassina, si è espanso come un buco nero, fino ad assorbire ogni campo della creatività umana.
(A.C.)
le copertine realizzate da Giger: