La passione per il calcio va al di là dei confini geo-politici. Il senso di appartenenza ad una squadra necessita solamente di un pallone e di gente desiderosa di sfidarsi e divertirsi: è questo il principio alla base della recente iniziativa organizzata dalla ConIFA (Confederation of Indipendent Football Associations), che ha realizzato una competizione calcistica internazionale pensata per tutte le squadre che non sono affiliate alla FIFA in quanto non rappresentative di una nazione, ma di regioni, gruppi etnici, aree territoriali e addirittura popoli senza Stato. In pratica, possono accedervi tutte le delegazioni calcistiche che non hanno un riconoscimento internazionale, come ad esempio il Kurdistan, l’Ossezia del Sud e la Padania. Requisito essenziale: la fede calcistica.
Mentre quest’anno il mondo si preparava ad accogliere il ben più eclatante Campionato Mondiale di Calcio ospitato in Brasile, dal 31 maggio all’8 giugno si è tenuta a Östersund (Svezia) la prima edizione della ConIFA World Football Cup, che ha decretato la vittoria della Contea di Nizza. Vi hanno partecipato 12 squadre, su un totale di 22 iscritte, di cui 14 europee (l’unica italiana è la già citata Padania, nella quale gioca il fratello minore dell’azzurro Mario Balotelli), 3 africane, 3 asiatiche e 2 nord/centro americane.
Così, la ‘Unrecognised Cup’, conosciuta anche come ‘Coppa inesistente ’, ha dato la possibilità a delegazioni come l’Aramean Suroye, costituita dai discendenti degli Assiri o la Darfur United, composta da ragazzi provenienti dai campi profughi di questa regione, di potersi esibire in una competizione di rilevanza internazionale e di coronare i loro sogni di gloria.
(A.C.)