
Il dipinto è un cosiddetto ‘quadro da stanza’, cioè un’opera realizzata per essere posta a ornamento di una dimora privata. La partitura in mano a Giuseppe riproduce con estrema precisione le note di un mottetto del compositore fiammingo Noel Bauldewijn (1480-1529), basato sul testo del Cantico dei Cantici e intitolato “Quam pulchra es”. L’intero dipinto si riferisce infatti a questo testo biblico che, secondo l’interpretazione mariana data dalla Chiesa Cattolica, celebra l’amore mistico dello sposo (Cristo) per la sposa (la Vergine, la Chiesa). Il violino suonato dall’angelo è stato dipinto con una corda spezzata che starebbe ad indicare, simbolicamente, la precarietà e sterilità della vita umana (simboleggiata da Giuseppe) rispetto all’immortale rigogliosa vita celeste (simboleggiata dalla Vergine e il Bambino).