‘Per quelli che non hanno visitato il posto, pensate al bagno di casa vostra ma solo un po’ più grande, coperto di graffiti e con puzza di piscio praticamente ovunque per il fatto che il proprietario lasciava i suoi cani liberi di scorrazzare nel locale, una cosa che il compianto Joey Ramone trovava spassosa’. (Alan Parker)
È la casa del rock per antonomasia, un vero e proprio mito per i cultori di questo genere. Il CBGB & OMFUG, acronimo di Country Blue Grass Blues and Other Music For Uplifting Gourmandizers, fu la dimora di band oggi considerate leggendarie come Ramones, Talking Heads, Blondie e, in tempi più recenti, Guns n’ Roses, Korn, Green Day. Del resto era quasi obbligatorio, per coloro che desideravano farsi conoscere nel mondo della musica americana, esibirsi sul sudicio palco di questo storico club. Chiunque non fosse di New York City desiderava pellegrinare al Cbgb’s, così come ogni cattolico ambisce a visitare il Vaticano almeno una volta nella vita!
Il locale, situato in un ex salone ottocentesco al primo piano del Palazzo Lodging House, nel Lower East Side di Manhattan – all’indirizzo 315 di Bowery street – nacque nel lontano 1973 per volere di Hilly Kristal, il cui desiderio era creare un live pub di musica country, blues e bluegrass, ma ben presto furono il punk prima, e l’hardcore poi, a farne di questo luogo la loro dimora indiscussa.
“Colpa”, se così si può dire, dei già citati Ramones, considerati i padri del punk d’oltreoceano (precorrendo i tempi di almeno due anni rispetto ai ‘rivali’ inglesi Sex Pistols). Il Cbgb’s fu infatti una delle prime location in cui si esibirono. Dee Dee, il bassista del gruppo, ricordava così la sera del debutto: “Era un posto semi abbandonato (…) Era una fogna (…) Il posto si riempì di travestiti che erano entrati al CBGB’s dopo essere stati al Bowery Lane Theater. Furono grandi con noi, supportandoci durante tutto lo show e rendendo la cosa molto cabarettistica. Il pubblico strillava e fischiava ad ogni canzone (…) Quando salimmo sul palco, io attaccai il basso e diedi un’occhiata intorno. Sul muro, vicino al palco, c’era un enorme poster di Marlene Dietrich (…) Suonammo per quindici minuti e fu un successo. Cercavamo di suonare le canzoni una attaccata all’altra. Dopo ogni canzone, qualcuno gridava «Take it!» ed io contavo uno, due, tre, quattro ed attaccavamo subito un altro pezzo. Alla fine del concerto io lanciai per aria il mio Danelectro facendolo rimbalzare per terra un po’ di volte finché non si ruppe. Pensavo che fosse l’ultima moda glamour.”
La leggenda ebbe inizio proprio quella sera: di fronte a non più di dieci persone, i Ramones scrissero l’incipit della storia del punk e, di rimando, anche del locale, ormai indissolubilmente legato a questo movimento controculturale. Da quel momento in poi, il palco del Cbgb’s accolse band all’epoca emergenti come Television, Patti Smith e Lenny Kaye del Patti Smith Group, Stillettos (di cui faceva parte anche la futura cantante dei Blondie, Debbie Harry) e, nel corso degli anni, mostri sacri come Lou Reed ed Iggy Pop.
Dissolti gli effetti della ribellione punk, il club allargò i suoi orizzonti musicali anche al folk, al jazz e alla musica sperimentale, ma fu l’hardcore a farla da padrone, almeno fino al momento in cui Kristal non fu costretto a cancellare i live a causa delle violente risse che ripetutamente si scatenavano al suono di chitarre distorte ed urla arrabbiate.
Il Cbgb’s ospitava anche un negozio di dischi ed una caffetteria, il ‘Cbgb’s Record Mensa’, e, dopo la chiusura, anche una galleria d’arte, la ‘313 Gallery di CB’. La mitica storia del club newyorkese si è conclusa nel 2006, a causa di una battaglia legale con i proprietari del palazzo che l’ospitava. Il concerto finale è stato tenuto dalla poetessa rock Patti Smith, omaggiando quella che può essere definita la sua casa newyorkese.
Dalle sue ceneri sono nati un’emittente radiofonica e un festival che ha realizzato grandi concerti gratuiti a Times Square e Central Park. Ciò a dimostrazione che il punk potrà anche essere morto, così come il luogo che gli diede la vita, ma la musica rinasce continuamente, assumendo ogni volta forme e contenuti diversi. (A.C.)
Una parte del live dei Ramones al CBGB’s nel 1977