Lady D viene ricordata, oltre che per la straordinaria bellezza ed eleganza, anche per aver abbracciato con dedizione diverse cause umanitarie, come la lotta all’AIDS e alla lebbra. Essere madrina di associazioni benefiche era obbligatorio per una principessa, ma lei era assolutamente convinta delle battaglie che portava avanti. Mise all’asta gran parte dei vestiti indossati nelle occasioni ufficiali (tra cui il lungo vestito nero indossato nel 1985 ad un incontro alla Casa Bianca, durante il quale ballò con John Travolta), per devolvere il ricavato in beneficenza.
Fu al fianco di icone ideologiche del calibro di Nelson Mandela, Tenzin Gyatso, il XIV Dalai Lama e Madre Teresa di Calcutta, incontrata in diverse occasioni e divenuta per lei una vera e propria guida spirituale. Fra le sue battaglie più impegnative vi era quella per debellare il problema delle mine antiuomo che, a distanza di anni dalla fine dei conflitti, continuano a procurare danni soprattutto sui bambini. Con il suo operato, Diana influenzò l’esito del Trattato di Ottawa, firmato dopo la sua morte, che impone un divieto internazionale all’uso di tali ordigni.
La favola del matrimonio con Carlo di Inghilterra si rivelò essere tutt’altro che fiabesca: dai rotocalchi è emerso un disinteresse da parte del marito, tramutato in tradimenti e tentati suicidi. Ne conseguì una feroce campagna mediatica a discapito del principe, grazie alla quale l’opinione pubblica mondiale si schierò dalla parte di Lady D, accrescendone la fama. I due divorziarono ufficialmente nel 1996: decadde il titolo di Altezza Reale, pur conservando quello di Principessa del Galles; ma, in quanto madre degli eredi al trono, continuò a far parte della Famiglia Reale.
Diana morì il 31 agosto 1997, in seguito ad un terribile incidente automobilistico avvenuto nel tunnel del Pont de l’Alma a Parigi, assieme al compagno Dodi al-Fayed. Le teorie complottiste sulla dolosità del sinistro, dal diretto coinvolgimento della regina Elisabetta all’ipotesi che Lady D fosse incinta (fatto alquanto increscioso per l’integrità morale dei reali di Inghilterra), si sprecano. E’ indiscussa invece la popolarità postuma che Diana avrebbe suo malgrado conosciuto da quel momento in poi, diventando uno dei personaggi mediatici più famosi ed influenti del secolo scorso.
Almeno 3 milioni di persone parteciparono al corteo funebre tenutosi a Londra il 6 settembre 1997, mentre circa due miliardi di persone in tutto il mondo assistettero alla diretta tv che fece del funerale di Diana uno degli eventi televisivi più visti della storia.