Una relazione insolita, quella fra Tamara de Lempicka, futura grande esponente dell’Art Decò, e Gabriele D’Annunzio, scrittore fra i più importanti (e discussi) della scena letteraria europea: la sua particolarità sta nel fatto che non ebbe mai un inizio. Questo rapporto (o semplice tentativo) è descritto da un’ampia letteratura, prodotta anche da autori improvvisati come Aélis Mazoyer, giovane cameriera-concubina dello scrittore, che non tralascia nel suo diario nessun dettaglio degno di nota. Ed è infatti grazie a lei che conosciamo le abitudini dissolute del suo padrone, come l’aver trasformato il Vittoriale in un vero e proprio harem e l’uso frequente di cocaina per allietarne la quotidianità.
Fu D’Annunzio a proporre alla giovane artista polacca, all’epoca poco conosciuta e per questo in cerca di notorietà, di fargli un ritratto (mai realizzato), invitandola per questo nella sua singolare dimora. Sebbene le abitudini dell’uomo non fossero segrete (di fatto era palese il suo interesse di aggiungere un’altra conquista alla lunga lista), la Lempicka recepì il suo invito, accettando un gioco che non avrebbe comunque portato a termine. L’ingresso della donna al Vittoriale fu trionfalmente accompagnato da cannonate a salve al grido di “Alla Polonia! Alla vostra arte! Alla vostra bellezza! ”.
La loro storia ha avuto inizio con un rapporto epistolare dei più melliflui, per concludersi con offese del tipo “Voi non siete una signora, siete solo una sgualdrina. Ma una sgualdrina di classe, lo ammetto ”, dovute al rifiuto della signorina alle avances dell’attempato scrittore, evidentemente non abituato ad incassare le sconfitte amorose. La risposta della Lempicka non si fece attendere, definendo D’Annunzio un “vecchio nano in uniforme ”. Secondo alcune indiscrezioni, durante le meravigliose feste organizzate dall’uomo con l’intento di conquistare la difficile artista, questa amava intrattenersi con le invitate, piuttosto che cedere al fascino del letterato..
Anni dopo, l’ormai nota pittrice (celebre anche per la sua sfrenata vita sessuale con esponenti di entrambi i sessi della Belle Époque), ripensando alla sua avventura con l’italiano, si disse in fondo dispiaciuta per non aver goduto appieno delle attenzioni del Vate.
Di seguito una poesia erotica di D’Annunzio, intitolata ‘Mia crudele amica ‘:che sia stata ispirata proprio dalla bella polacca?
Perché, perché, o mia crudele Amica
non vi lasciate mettere l’Uccello
in quella ricca e opulenta fica
che nel suo genere è il perfetto bello?
Vorrei essere davvero una formica
per entrare quatto quatto in quel corbello:
sapete, non m’importerebbe mica
di restar preso nel cresputo vello.
Voi fareste addolcir qualunque amaro
noi tutti quanti ripetia in coro:
Voi siete qualche cosa di ben raro
Portate di bellezze un gran tesoro
via, via, prendete un pugno di denaro
e lasciatemi entrar nel vostro foro
(A.C.)