La letteratura è evasione, approfondimento, sogno e molto altro; ma per alcuni autori è semplicemente un viaggio nel tempo. Parliamo della Fantascienza, il genere letterario che più ha saputo prevedere il futuro. Nata alla fine dell’800, deve il suo nome all’inventore e scrittore Hugo Gernsback, che nel 1926 coniò il termine scientific fiction per definire tutti quei racconti che avevano come fulcro uno spunto scientifico.
Il termine fu poi abbreviato in Sci-fi ed importato in italia da Giorgio Monicelli – fratello del regista Mario e fondatore della mitica collana Urania – verso gli anni ’50, con l’attuale traduzione di ‘fantascienza‘. Inutile dire che ciò che ha permesso a questo filone di raggiungere una notevole notorietà e di uscire dalle pagine dei libri per incontrare il cinema, il fumetto e l’arte figurativa, è stata la capacità di proiettare i lettori nel futuro, attraverso visioni fino a qualche tempo fa ritenute fantastiche, ma inverosimili. ‘Fino a qualche tempo fa ‘, perchè, con il passare dei decenni, ci si è accorti che molte delle tecnologie, delle invenzioni e delle teorie menzionate nei romanzi di fantascienza erano divenute solide realtà. Oltre ai grandi classici come il sottomarino e lo sbarco sulla Luna, predetti dal francese Jules Verne, i numerosi gadgets e dispositivi resi celebri da film come Ritorno al futuro, e serie come Star Trek, o le due lune di Marte ipotizzate da Jonathan Swift nel suo Gulliver; possiamo citare la manipolazione del DNA predetta dal visionario Aldous Huxley, i carrarmati e la bomba atomica, immaginati da H.G.Wells decenni prima della loro realizzazione e addirittura la creazione di internet e dei social network, inseriti da Mark Twain in un suo racconto del 1898. Se già questo non fosse sufficiente a solleticare la vostra curiosità, aggiungiamo che il lato più sconvolgente della cosa, quello che la rende una cultstory a tutti gli effetti, sono i dettagli, spesso incredibilmente esatti, che accompagnano queste visionarie profezie.
Jules Verne, ad esempio, aveva previsto che la conquista della Luna sarebbe cominciata con un lancio dalla Florida, che la capsula avrebbe contenuto tre astronauti i quali non avrebbero avuto peso nello spazio (la forza di gravità era già nota, ma non i suoi effetti), e che una volta conclusa la passeggiata lunare, i tre sarebbero stati recuperati da una nave americana nell’Oceano Pacifico. Non vi basta? Nel romanzo dello scrittore francese la distanza tra la Terra e la Luna risulta essere di 386.243 km, poco più grande di quella reale (384.400 km) ed il grande cannone che spara la capsula nello spazio si chiama Columbiad; indovinate invece come si chiamava il modulo di comando dell’Apollo 11? Esatto, Columbia.
Altri scrittori, altre coincidenze: Mark Twain in From ‘The London Times’ in 1904, immagina un dispositivo capace di collegarsi alla rete telefonica per creare un sistema mondiale di condivisione di informazioni, chiamato telelectroscopio, attraverso il quale ‘le persone rendono pubbliche e commentano le proprie azioni quotidiane pur essendo molto lontane‘. Non solo internet ed i social network, quindi, ma anche il fatto che gli utenti li avrebbero riempiti di status e commenti, spesso inutili.
La capacità degli scrittori di fantascienza di guardare oltre il proprio tempo ha però anche dei risvolti negativi. Nel 1914, uno dei padri della fantascienza, lo scrittore britannico H.G.Wells, pubblicò The World Set Free, in cui ipotizzava la creazione di armi a detonazione nucleare, pur non avendo la minima conoscenza in materia. La sua previsione comprendeva anche gli effetti che un simile congegno, denominato bomba atomica, avrebbe avuto sulle città e sugli esseri umani. Due decenni più tardi, nel 1932, il fisico Leó Szilárd rimase talmente affascinato da questa idea che decise di metterla in pratica; nel 1933 intuì la possibilità di una reazione nucleare a catena e nel 1934 la brevettò. Il resto, purtroppo, è storia.
Di casi come questi ce ne sono molti nella letteratura fantascientifica, alcuni più incredibili di altri, ma troppi per un solo articolo. Per una panoramica più esaustiva vi rimandiamo all’infografica qui sotto, sviluppata da Printerinks.