Guy Fawkes, l’uomo dietro la maschera di Anonymous

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Il pesonaggio di ‘V’ in un’illustrazione di Robert Bruno.

Lungo mantello nero, cappello a cilindro dello stesso colore e una maschera dai lineamenti severi, quasi minacciosi: è ‘V ‘, personaggio nato dalla mente del cartoonist Alan Moore ed icona assoluta del sovvertimento del potere, grazie soprattutto alla trasposizione cinematografica del fumetto V per Vendetta. Dalla fantasia alla realtà, da qualche anno questa maschera viene identificata con il gruppo di hacker, o ‘hacktivists ‘, Anonymous, che agisce tramite attacchi informatici, quali la diffusione di informazioni riservate o blocchi temporanei delle attività online, con lo scopo di danneggiare i poteri forti. I lineamenti di V sono ormai inconfondibili, tanto da esser diventati il simbolo della lotta all’autorità costituita, ma non tutti conoscono la vera storia e il volto dietro questo ambiguo personaggio, sebbene il suo nome, Guy Fawkes, venga esplicitamente nominato durante il prologo del film che l’ha consacrato alla fama mondiale. “Ci insegnano a ricordare le idee e non l’uomo, perché l’uomo può fallire. l’uomo può essere catturato e ucciso, e dimenticato.. 

Chi era, quindi, Guy Fawkes?

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Il leggendario cospiratore britannico Guy Fawkes.

Dobbiamo fare un salto temporale di ben 4 secoli per rispondere a questa domanda: correva l’anno 1605 ed un gruppo di cattolici inglesi si preparava a mettere in atto un piano ai danni dei vertici britannici, un piano che la storia ha consacrato come ‘La Congiura delle Polveri ‘. I cinque fautori erano: Thomas Percy, John Wright, Thomas Wintour, Robert Catesby e, appunto, Guy Fawkes. Quest’ultimo aveva un passato da soldato, e quindi una considerevole esperienza nell’uso degli esplosivi: fu proprio questo il motivo per cui venne assoldato da Catesby, a capo dell’iniziativa, oltre che per una spiccata propensione alla ribellione e alla religiosità. Infatti, obiettivo ultimo del complotto era quello di colpire al cuore gli esponenti della Corona protestante, ossia il re scozzese Giacomo I e gli aristocratici della Camera dei Lord, inducendo gli inglesi a sovvertire la politica repressiva nei confronti dei cattolici e porre le basi della nuova era britannica. Chi meglio di Fawkes quindi, fervente anti-protestante ed anti-scozzese, poteva realizzare un gesto simile?

Il piano da mettere in atto prevedeva di far esplodere il Parlamento di Westminster durante la cerimonia dello State Opening, prevista per il 5 novembre 1605. I preparativi partirono con più di un anno di anticipo: a marzo del 1604, infatti, i cinque presero in affitto una cantina sottostante le stanze parlamentari per riempirla di 36 barili, contenenti circa 2500 kg di di polvere da sparo. L’intento era quello di produrre un’esplosione tale da distruggere almeno metà della famosa Abbazia.

Qualcosa però andò storto, non ci fu nessuna detonazione perché, durante la notte che precedeva il fatidico giorno che avrebbe cambiato la storia inglese, fu proprio Fawkes ad essere scoperto dai soldati del re nella cantina in cui era posizionata la polvere da sparo. Si dice fossero di ronda nei sotterranei del Parlamento perché allarmati da una soffiata. Colto in fallo, il nostro, che si presentò ai militari con uno pseudonimo, non nascose comunque le sue intenzioni omicide, anzi, lasciò trasparire un pizzico di orgoglio quando gli furono chieste le ragioni di un attacco simile. Per questo motivo, lo stesso Giacomo I si disse ammirato dall’atteggiamento ai limiti della “risolutezza Romana ” che Fawkes conservò stoicamente anche durante la prigionia e le torture subite affinché rivelasse il nome dei compagni.

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Un’incisione raffigurante i protagonisti della Congiura delle polveri: Fawkes è il terzo da destra.

È facile intuire il motivo per cui Fawkes sia oggi considerato un’icona di libertà e coraggio: la ‘Congiura delle polveri’ certo non può essere annoverata fra le imprese meglio riuscite della storia (c’è chi pensa che, se anche l’esplosione fosse andata in porto, non avrebbe provocato il danno sperato, viste le cattive condizioni in cui era conservata la polvere da sparo), ma, sebbene ogni anno, da quattro secoli a questa parte, si bruci il suo fantoccio durante la ‘Guy Fawkes’ Night ‘ come memento del fallimento dei congiurati, è diventato simbolo di libertà e lotta per i diritti.

Pur trovandosi faccia a faccia con il re, l’uomo non si dimostrò per niente pentito delle intenzioni sue e dei compagni, ed anzi ribadì che l’unica soluzione per i cattolici inglesi fosse quella di estirpare il male alla radice, uccidendo il sovrano e i suoi fedeli. La risolutezza, mista a spavalderia, di Fawkes colpì Giacomo I tanto da ordinare ai suoi di usare con lui torture ‘lievi’, per poi incrementarle d’intensità, “e che Dio possa affrettare il vostro buon lavoro “. Uomo orgoglioso e risoluto, Guy Fawkes resistette eroicamente per due lunghi giorni. Pur di sfuggire alla disumana tortura (la quale prevedeva la mutilazione e lo squartamento del prigioniero ancora in vita), riuscì a spezzarsi il collo, impedendo l’ennesima umiliazione dei carnefici.

Una fama, la sua, meritata e immortale.

(A.C.)

scritto da:

Annachiara Chezzi

Laureata in Scienze della Comunicazione e specializzata in Gestione delle Attività Turistiche e Culturali, è creatrice ed articolista di Cult Stories. La sua innata curiosità la spinge a non accontentarsi di nuotare in superficie e a voler approfondire gli argomenti che tratta.

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