Halloween, per chi ancora non lo sapesse, è una festa risalente alle celebrazioni del capodanno celtico, chiamato Samhain, e, secondo alcuni, collegata alle Parentalia romane dedicate ai defunti. Al giorno d’oggi è nota soprattutto per il lato ludico dei festeggiamenti, caratterizzati dai costumi macabri e dalle zucche intagliate, simbolo assoluto della notte di Halloween, chiamate anche Jack O’ Lantern. Quello della zucca è un rito tutto americano, in Europa i Jack O’ Lantern venivano una volta ricavati dalle rape o dalle barbabietole, prima che quegli ortaggi arrivassero anche nel vecchio continente.
Come diventarono il simbolo della festa più macabra dell’anno è raccontato in una leggenda irlandese, che vede come protagonista un vecchio e astuto fabbro di nome Jack, avido ed incallito ubriacone. Una notte di Halloween di tanto tempo fa Jack, intento a passare il tempo nel modo che più gli aggradava, bevendo in un pub, fu interrotto dal Diavolo in persona, venuto a reclamare la sua anima. Il fabbro non si scompose più di tanto, o non lo diede a vedere, e chiese al signore degli inferi di poter almeno avere il tempo per un’ultima bevuta, al termine della quale gli avrebbe consegnato ciò che desiderava.
Questi accettò ed attese. Con calma, Jack finì il suo boccale e, accorgendosi di non aver più denaro, chiese al suo interlocutore qualche spicciolo per pagare il conto; così, spazientito e desideroso di concludere l’accordo, l’infernale creatura si trasformò in una monetina. Lo scaltro fabbro si impadronì velocemente della monetina e la ripose nel suo borsello, ben vicina ad una croce d’argento che impediva al povero Diavolo di riprendere la sua forma originaria. Dopo averlo lasciato sfuriare, Jack gli propose un accordo: dieci anni di proroga, in cambio della libertà. Suo malgrado, il Signore delle Tenebre dovette accettare.
Dieci anni dopo, alla scadenza dell’accordo, il Demonio tornò nuovamente ad incrociare la strada del vecchio fabbro, ben deciso a prendersi ciò che gli spettava. Prima di seguirlo negli inferi, Jack espresse il desiderio di avere una mela ed essendo troppo avanti con gli anni, pregò il Diavolo di salire sull’albero a prendergliela. Ancora una volta questi acconsentì e lo scaltro vecchio prontamente incise una croce sul tronco, per impedirgli di ridiscendere. La furia della creatura a nulla valse contro il simbolo che lo teneva prigioniero e, dopo una lunga trattativa, rinunciò definitivamente all’anima del fabbro.
La sua vita fu così dissoluta, che le Porte del Paradiso non si aprirono alla sua morte e Jack fu costretto a chiedere asilo all’Inferno. Il Signore delle Tenebre, che non aveva dimenticato le umiliazioni ricevute, lo scacciò malamente, ricordandogli il patto stabilito e lanciandogli dietro un ardente tizzone infernale, dalla fiamma eterna. Il vecchio, infreddolito e senza un posto in cui andare, se ne servì per riscaldarsi ed illuminare le tenebre notturne e, affinché non si spegnesse col vento, lo collocò dentro una rapa. Da quella notte, ogni Halloween, Jack vaga alla ricerca di un rifugio in attesa del Giorno del Giudizio, gli abitanti dei villaggi e delle città che incontra sulla sua strada appendono fuori dalla loro porta un lumino, per segnalare all’anima errante che l’abitazione è già occupata. Da quella notte bambini ed adulti vagano vestiti da fantasmi, diavoli o streghe recitando la famosa filastrocca trick or treat (dolcetto o scherzetto).
(M.G)
Curiosità:
– la leggenda fu esportata in America dagli irlandesi, gran parte dei quali fu costretta a lasciare il proprio paese tra il 1845 ed il 1846, a seguito di una grave carestia. L’utilizzo delle zucche, piuttosto che delle rape, per la realizzazione dei Jack O’ Lantern avvenne proprio in questo periodo, grazie alla maggior diffusione di questo ortaggio, rispetto a quello tradizionalmente usato.
– La tradizione dei Jack O’ Lantern e delle filastrocche da recitare bussando alle case è presente anche in molte vecchie tradizioni italiane, sebbene con nomi differenti.