
La Uss Elridge protagonista del controverso Philadelphia Experiment in un fotogramma dell’omonimo film.
da leggere ascoltando: Vangelis, ‘The Bounty’ (o.s.t.)
Era il 28 ottobre 1943, quando la U.S. Navy, la Marina Militare degli Stati Uniti, decise di mettere in pratica uno stravagante quanto controverso esperimento. Il risultato non fu quello sperato dagli scienziati che avevano preparato il test, ma ebbe forti ripercussioni sui membri dell’equipaggio: alcuni rimasero gravemente ustionati, altri impazzirono del tutto. La vicenda è tuttora circondata da un fitto alone di mistero, tanto che sono in molti a credere si tratti solo di una leggenda urbana; una leggenda che dura da più di 60 anni mantenendo inalterato il suo fascino, quindi, una cultstory.
Secondo la versione più comune della storia, il Philadelphia Experiment – così si chiamava il progetto – era basato sulla fantomatica teoria del tutto, quella che secondo gli scienziati avrebbe permesso di appianare le discordanze tra le varie ipotesi fisiche, costruendo finalmente un unico modello capace di comprendere e collegare tutti i fenomeni fisici conosciuti, anche quelli più contrastanti. Mentre il mondo viveva con sgomento la Seconda guerra mondiale e gli Stati Uniti perdevano terreno nei confronti dei sottomarini e della scienza bellica tedesca, le brillanti menti del Institute of Advanced Studies di Princeton studiavano un metodo per teletrasportare la flotta americana direttamente nelle zone di guerra e renderla invisibile ai radar. Tutto ciò sarebbe dovuto avvenire grazie a potenti generatori installati sulle navi in grado di ‘fondere’ insieme il campo gravitazionale e quello elettromagnetico. L’imbarcazione scelta per il primo test di prova nell’estate del ’43 fu il cacciatorpediniere USS Eldridge, il quale, dopo l’accensione dei macchinari installati dagli scienziati, fu ‘circondato da una nebbia verdastra e sparì ‘ sotto lo sguardo attonito dei testimoni assiepati sul molo. Quando la nave riapparve gli alti ufficiali della marina che procedettero alla verifica delle condizioni dello scafo e dell’equipaggio si trovarono di fronte ad uno spettacolo straziante: alcuni dei marinai erano stati colpiti da malore e versavano in condizioni pietose, altri avevano perso la ragione e altri ancora erano stati addirittura inglobati nell’acciaio, divenendo un tutt’uno con le paratie metalliche. Nonostante i pessimi auspici, fu deciso di ritentare il test, il 28 ottobre 1943.
Gli obiettivi furono reimpostati, ed i macchinari furono ricalibrati per il solo scopo di rendere invisibile la nave, e questa volta l’esperimento riuscì: la USS Eldridge non solo svanì alla vista in un abbagliante lampo di luce bluastra, ma al suo posto rimase un vuoto, che l’acqua colmò quasi subito; la nave riapparve 10 minuti dopo nelle acque costiere di Philadelphia, dove aveva avuto inizio il test. Attraverso le comunicazioni militari si seppe che il cacciatorpediniere era stato avvistato subito dopo il lampo blu in Virginia, a più di 300 km di distanza, dagli uomini della SS Andrew Furuseth, che stazionava in quelle acque. Ancora una volta chi subì gli effetti più disastrosi di tutta la vicenda fu l’equipaggio i cui membri furono ritrovati carbonizzati, ‘rovesciati dall’interno come un calzino‘, impazziti e di nuovo fusi nell’acciaio. I superstiti sarebbero quindi stati sottoposti ad un massiccio lavaggio del cervello per impedire la fuga di notizie. Gli effetti collaterali durarono mesi, alcuni dicono anni, e tra i più bizzarri si segnalò la tendenza di quei pochi rimasti in vita a scomparire periodicamente, per poi riapparire senza il minimo ricordo di ciò che era avvenuto nel frattempo.
Come in ogni leggenda urbana che si rispetti, non vi sono prove attendibili di quanto abbiamo raccontato, e le uniche in possesso dei media sono state rimaneggiate talmente tante volte da essere ormai inservibili, negli ultimi anni però il dibattito sulla esistenza di un Philadelphia Experiment è tornato a farsi serrato in seguito alle dichiarazioni di Jacques Vallée, un veterano della marina statunitense che ha rivelato l’esistenza di esperimenti simili condotti sulla nave sulla quale prestava servizio all’epoca, la USS Engstrom.
(M.G)
- Curiosità: il Philadelphia Experiment è stato il soggetto di diverse serie tv, da X-Files a Doctor Who.
- Sul grande schermo la storia della Elridge e del suo equipaggio ha ispirato l’omonima pellicola di fantascienza The Philadelphia Experiment, girata nel 1984 da Stewart Raffill, con Michael Paré, Bobby Di Cicco e Nancy Allen.