Quella di Ritorno al Futuro è una trilogia unica nel suo genere: una saga comico-fantascientifica nata dalla mente di Bob Gale (Interstate 60 e diverse testate Marvel) e Robert Zemeckis (Chi ha incastrato Roger Rabbit, Forrest Gump e molti altri) e diretta da quest’ultimo, divenuta subito un cult degli anni ’80 – ’90, così come i suoi interpreti principali: Michael J. Fox (Marty McFly) e Christopher Lloyd (“Doc” Emmett L. Brown).
Le tre pellicole sono pieni di curiosità ed aneddoti, noi di Cult Stories abbiamo selezionato quelli più interessanti.
– L’idea per la sceneggiatura originale del film deriva da un pensiero ozioso di Bob Gale, il quale, mentre sfogliava l’album scolastico del padre, si chiese come sarebbe stato conoscerlo a scuola e se sarebbe mai divenuto suo amico. Affascinato da queste speculazioni, decise di sottoporre l’idea all’amico Robert Zemeckis; era il 1980.
– La sceneggiatura collezionò oltre 40 rifiuti da parte delle case cinematografiche perchè ‘ poco sexy ‘ rispetto ad altri film di successo per adolescenti come Porky’s, prima di essere accettata dalla Columbia Pictures. La Disney rifiutò la proposta ritenendo invece il film ‘ troppo osceno ‘.
– Originariamente la macchina del tempo doveva essere una sorta di dispositivo funzionante ad energia nucleare, montato su un frigorifero. Spielberg abbandonò l’idea nel timore che la pellicola portasse i ragazzi a chiudersi nel frigorifero di casa per effettuare dei viaggi temporali. Potendosi muovere solo nel tempo e non nello spazio, gli autori pensarono a qualcosa su ruote, così nacque l’idea della DeLorean, subito dopo aver scartato quella di utilizzare un carro armato.
– Anche il titolo del film fu oggetto di critiche. Il produttore cinematografico Sid Sheinberg, all’epoca presidente della Universal Studios, lasciò un promemoria a Robert Zemeckis in cui affermava che ‘nessuno avrebbe mai visto un film con la parola futuro nel titolo‘, e che questo sarebbe dovuto cambiare in ‘L’alieno da Plutone‘ (Spaceman From Pluto), in riferimento alla scena in cui Marty si presenta al padre vestito da alieno, e che la battuta ‘Silenzio, terrestre! Il mio nome è Darth Vader. Sono un extraterrestre e vengo dal pianeta Vulcano!‘ in cui riesce magistralmente a citare contemporaneamente due classici della fantascienza, Star Wars e Star Trek, doveva essere sostituita con ‘Sono un alieno da Plutone!‘. Spielberg conosceva bene Sheinberg essendo stato ‘scoperto’ proprio da lui e rispose con un altro promemoria nel quale lo ringraziava per il ‘magnifico scherzo’ ed assicurando che tutti si erano divertiti molto leggendo il messaggio. L’orgoglioso presidente della Universal non ribattè, preferendo lasciare inalterato il titolo, piuttosto che ammettere la serietà delle proprie intenzioni.
– Nella versione francese del film la DeLorean necessita di 2.21 gigawatts invece degli originali 1.21. Ah, la grandeur française!

Il pannello di controllo della DeLorean con la data impostata per il primo viaggio temporale, quello di Einstein, il cane di Doc.
– Il pannello di controllo della DeLorean è un omaggio al romanzo The Time Machine di H.G.Wells del 1895, trasposto al cinema nel 1960 dal regista George Pal. Il dispositivo utilizzato nel film di Pal, infatti, ha un pannello di controllo sormontato da tre luci: una rossa, una verde ed una gialla; gli stessi colori utilizzati nel pannello di Ritorno al Futuro.
– Michael J. Fox è sempre stato la prima scelta per il ruolo del protagonista ma all’epoca era oberato di lavoro; il suo tempo era diviso tra la sitcom Casa Keaton e le pellicole Poison ivy di Larry Elikann e Voglia di vincere (Teen Wolf) di Rob Daniel, così al suo posto fu ingaggiato Eric Stoltz. Dopo circa un mese di riprese Gale e Zemeckis licenziarono Stoltz perchè non adatto al ruolo e tentarono un compromesso con Fox. L’accordo raggiunto prevedeva che l’attore girasse le scene del film subito dopo aver terminato le altre riprese, cioè dalle 18 in poi. Per questo motivo molte scene furono girate di notte, mentre quelle che necessitavano della luce del sole furono girate durante i weekends. Per tutta la durata delle riprese Michael J.Fox riuscì a dormire in media 4 ore a notte, questo contribuì a dargli quell’aria perennemente assonnata che nel film viene scambiata per indolenza adolescenziale.
– Nel film vi è ancora qualche scena girata da Stoltz, indovinate quale?