La Bocca della Verità, nome dato al mascherone di marmo ospitato nel pronao della chiesa di Santa Maria in Cosmedin, a Roma, secondo alcuni era in origine un tombino, nel quale confluivano le acque piovane. Il volto scolpito che la caratterizza, infatti, rappresenterebbe una divinità fluviale intenta ad ‘ inghiottire ‘ l’acqua accumulatasi nelle strade; altri invece le attribuiscono la funzione di copertura del pozzo sacro di Mercurio, dio del commercio e protettore dei ladri, sulla quale i commercianti dovevano giurare la buona fede dei loro affari.
Tutte le caratteristiche magiche e profetiche che al giorno d’oggi la rendono uno dei simboli più famosi della città eterna, le furono attribuite nell’alto medioevo, presumibilmente grazie ai Mirabilia Urbis Romae ( ‘Meraviglie della città di Roma ‘, una guida turistica medievale per pellegrini) che la citava in merito alla leggenda dell’imperatore Giuliano il quale, reo di aver truffato una donna e costretto a giurare la sua innocenza, vide la sua mano trattenuta nella bocca dal dio Mercurio e perdette così la sua reputazione. In questo periodo si fece strada il celebre mito secondo il quale la bocca mozzerebbe la mano di chiunque la infili giurando il falso; il mascherone cominciò allora ad essere utilizzato per svelare imbrogli, frodi e tradimenti coniugali e ad essere chiamato Bocca della Verità.
Risale invece al XV° secolo circa, la leggenda di una sconosciuta imperatrice romana che, accusata di aver più volte tradito il marito, venne costretta dai suoi detrattori ad infilare la mano nella Bocca della Verità per riceverne una pubblica umiliazione. La donna non si fece intimorire dalla sfida e pensò tutta la notte ad uno stratagemma che le permettesse di conservare la reputazione, e soprattutto il trono. Poco prima dell’alba mandò i suoi servitori dall’amante pregandolo di partecipare alla sentenza e, fingendosi pazzo, di abbracciarla e baciarla davanti alla folla. L’uomo fece come gli fu detto e, mentre l’imperatrice veniva condotta al simulacro di pietra, si accostò al corteo e urlando e dimenandosi corse ad elogiare, abbracciare e baciare la donna; poi, subito allontanato dalle guardie, si disperse tra la folla sbigottita. Quando infine si trovò davanti alla bocca, l’imperatrice vi infilò la mano con orgoglio, affermando con determinazione che nessun uomo, tranne suo marito e il pazzo di poco prima, avevano mai avuto il piacere di abbracciarla e baciarla. Avendo detto la verità, potè ritirare la mano dalla bocca senza conseguenze.
(M.G)

Benjamin Constant, L’imperatrice Theodora al Colosseo (1889)
Curiosità:
La Bocca della Verità compare nel film Vacanze Romane di William Wyler del 1953, con Gregory Peck e Audrey Hepburn. La scena in cui il protagonista Joe infila la mano nella bocca e finge che gli venga mozzata nascondendola nella manica della giacca non era in copione, fu una trovata dello stesso Gregory Peck che terrorizzò Audrey Hepburn, la quale non era stata avvertita della gag. La reazione della protagonista riflette quindi la reale preoccupazione della Hepburn per le sorti dell’attore.
Gregory Peck e Audrey Hepburn da Vacanze Romane: