Facebook, croce e delizia di tutti gli internauti, ha indubbiamente cambiato il modo di comunicare, dominando i rapporti sociali tra gli individui fin dal 2004 e riaprendo l’annoso dibattito sulla privacy; tanto, che sono in molti a pensare che dietro al più grande archivio di dati personali del mondo ci sia l’intelligence americana. Impressione rafforzata dall’impeto con il quale il network di Zuckerberg ha sempre contrastato chi osasse mettere in dubbio le sue politiche riguardo all’utilizzo delle informazioni raccolte.
Ne è un caso eclatante Seppukoo.com, il sito creato dal duo artistico italiano Les Liens Invisibles, che, ispirandosi al codice d’onore dei samurai, proponeva agli utenti il suicidio gratuito della propria identità virtuale su Facebook al grido di ‘Trapassate! Lasciatevi alle spalle la vostra ID’.
La pratica del Seppuku, largamente diffusa nel Giappone medievale, rappresentava un modo onorevole di togliersi la vita e sfuggire così ad una morte vergognosa per mano dei nemici; con la stessa solennità, la cancellazione della propria ID veniva registrata in una pagina, chiamata ‘suicidal wall ‘, corredata di un epitaffio e delle ultime parole del ‘trapassato ‘. ‘Non c’è morte, dove non c’è vita ‘, dichiaravano i creatori del sito, alludendo alla falsità del social networking, ed alla consapevolezza che FB non avrebbe mai realmente cancellato i dati in archivio, ma solo de-attivato l’account, riattivabile in qualsiasi momento con un semplice login.
I presupposti per un’epidemia virale di cyber suicidi c’erano tutti: il caso divenne internazionale – se ne interessò persino la CNN – e la risposta di Facebook non tardò ad arrivare. Nel dicembre 2009 la più potente piattaforma sociale del mondo intimò agli artisti italiani di cessare l’attività del sito, intentando una causa legale. Il sito dismise i suoi servizi, ma continuò a propagandare il ‘fai da te ‘, invitando i visitatori a portare a termine autonomamente la protesta. Nel febbraio 2011 la vicenda registrò finalmente il suo scontato esito.
Oggi il sito Seppukoo.com, pur essendo ancora visibile, non ha più alcuna finalità, se non quella di ‘ricordare ai turisti della rete che su internet si è combattuta e persa l’ennesima battaglia per la libertà di espressione ‘.
(M.G.)
il video della CNN sul caso Seppukoo