Le star animate di Carosello

A fare di ‘Carosello ‘ uno dei capisaldi assoluti della televisione italiana di fine anni ’50 non è stata solo la formula innovativa con cui introdurre gli spot pubblicitari nel palinsesto, ma anche e soprattutto la capacità di realizzare ex novo l’immaginario collettivo negli anni del boom economico con personaggi, citazioni e jingle divenuti insostituibili nei ricordi delle generazioni dal dopoguerra in poi.

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La storia dei caroselli abbraccia un ventennio che va dal 1957 al ’77 ed è interessante notare come gli stessi spot si siano evoluti di pari passo con le tendenze e le mode del momento, sia dal punto di vista grafico-visivo che degli stessi messaggi promozionali, diventando lo specchio dei cambiamenti della nostra società.

L’intuizione geniale di questo format è stata quella di creare veri e propri sketches di qualche minuto che raccontassero storie quotidiane, divertenti e politicamente corrette quanto bastava perché bambini ed adulti si riconoscessero nelle situazioni rappresentate e ricordassero con più facilità il prodotto sponsorizzato. Non solo il Carosello si dimostrò vincente in questo senso, ma era diventato a tutti gli effetti un appuntamento fisso delle famiglie italiane, soppiantando in importanza i film in prima serata ed addirittura i tg.

Protagonisti dei caroselli erano celebrità del calibro di Mina e Raffaella Carrà, icone immortali della nostra tv. Tuttavia Carosello non fu un trampolino di lancio solo per le persone in carne ed ossa: un ruolo cruciale per il successo del programma era rivestito dai personaggi animati. Noi vi parliamo di alcuni di essi, certi di regalarvi un nostalgico tuffo nel passato.

SUSANNA TUTTAPANNA

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Ehi! Ehi! Ciao… mi vedi? Senti… ti piaccio disegnata così? oh, scusa, non mi sono presentata: sono Susanna… Susanna Tuttapanna! Qui alla Rai Tv mi chiamano tutti così perché vado matta per il formaggino Milione alla panna, il fior fiore dei formaggini! Pitupitum – pa! ‘. Così si presenta ai telespettatori una dolcissima bambina dal caschetto biondo e il vestitino bianco, intenta a promuovere il formaggino ‘Milione ‘ della ditta Invernizzi. Questo personaggio fu protagonista di 15 caroselli andati in onda fra il 1966 e il ’67; poi, diventata col tempo essa stessa un marchio commerciale, fu relegata nei secondi finali del cosiddetto codino (il messaggio pubblicitario vero e proprio a conclusione del carosello). Spesso la ragazzina si accompagnava alla simpatica Mucca Carolina, un altro personaggio della ‘scuderia’ Invernizzi. La fama dei due character si riversò in un merchandising considerato indispensabile per le camerette di ogni bambino, con bambolotti e ninnoli attualmente considerati un cult del collezionismo vintage.

TOPO GIGIO

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E’ sicuramente uno dei personaggi più importanti e conosciuti dell’animazione italiana all’estero. Questo pupazzetto di spugna moltoprene, nato nel 1959 dalla mente di Maria Perego, ha i tratti di un topolino dalle grandi orecchie rotonde, i denti sporgenti, un’inconfondibile vocina, un fare tenero tipico dei bambini (sua la famosissima frase ‘Strapazzami di coccole ‘) ed un’innata passione per il formaggio. Come ogni topino che si rispetti, odia i gatti, in particolare Attila – o Megalo -, suo acerrimo nemico. Le sue storie sono animate anche dall’amico Ino e dalla fidanzatina Rosy Rosicchia, sebbene Gigio non abbia mai nascosto un debole nei confronti della soubrette di turno. La fortuna di questo personaggio è dovuta anche a film e cartoni animati a lui dedicati e alla sua apparizione in programmi storici come lo Zecchino d’Oro (in cui fa da spalla a Cino Tortorella) e Canzonissima, con Raffaella Carrà.

Nel corso degli anni, il mondo intero, dal Sud America all’Europa, fino al Giappone, ha fatto la conoscenza del topolino italiano: nel paese del Sol Levante, sul finire degli anni ’80, è stato realizzato un cartoon (in Italia tradotto con ‘Bentornato Topo Gigio ‘), mentre già vent’anni prima esso fu protagonista di un film d’animazione diretto da Kon Ichikawa, intitolato ‘Topo Gigio e la guerra del missile ‘. Non solo attore, ma anche ‘cantante’ (il doppiatore storico, Peppino Mazzullo, ha prestato la voce per diverse incisioni dedicate ai più piccini), il nostro topo è diventato anche la mascotte dell’uruguaiana squadra di calcio dell’Huracàn Buceo di Montevideo.

CABALLERO E CARMENCITA

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Come per magia, durante i tre minuti dello spot del caffè Lavazza gli spettatori del prime time si ritrovavano in terra messicana, per assistere alle avventure del pistolero Caballero e della sua amata, la passionale Carmencita, la quale però gli preferiva il tenebroso Paulista, ‘col baffo che conquista ‘. Si dà il caso che Paulista e Caballero fossero la stessa persona, dando luogo ad un bizzarro ménage à trois. Frutto dell’ingegno del grande pubblicitario Armando Testa, i due protagonisti altro non erano che coni di gesso bianco privi di braccia e gambe, la cui forma doveva richiamare la confezione del prodotto. Gli unici movimenti erano dati dal cappello e la pistola di lui e le lunghe trecce nere di lei. Nonostante l’audacia nella scelta di personaggi inanimati ed antropomorfi, fu un successo senza precedenti: ‘Carmencita sei già mia, chiudi il gas e vieni via ‘, frase di chiusura del carosello, entrò nel linguaggio di tutti, grandi e bambini, rimanendovi per molto, molto tempo.

CALIMERO

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E’ con tutta probabilità il character più famoso dell’animazione pubblicitaria italiana, un inconfondibile pulcino piccolo e nero, con in testa un guscio d’uovo a mo’ di cappello, che deve il colore scuro del suo piumaggio ad un incidente con la fuliggine, a causa del quale la madre non riesce a riconoscerlo. Calimero appare per la prima volta nel 1963 nel carosello dedicato al detersivo ‘Ava ‘ della ditta Mira Lanza, prodotto che, a conclusione di ogni sketch, viene utilizzato per ripulire il nostro piccolo eroe. Gli autori sono Nino e Toni Pagot ed Ignazio Colnaghi (suo doppiatore storico); il pulcino deve il suo nome alla chiesa milanese di San Calimero, in cui si è sposato lo stesso Nino Pagot. A condividere la scena, la fidanzatina Priscilla e l’amico Valeriano e gli antagonisti, il papero Piero e il professor Gufo Saggio.

La fama di Calimero, che ha conosciuto qui da noi il suo apice fra gli anni ’60 e ’70, ha varcato i confini nipponici (dove conserva ancora una certa notorietà) grazie a due anime, prodotti da Toei Doga, fra il 1974 e il ’75 e fra il 1992 e il ’93. Intorno al personaggio non sono mancate alcune critiche, relative in particolare al fatto che l’origine dei suoi guai fosse dovuta al colore nero delle piume: non solo i genitori lo disconoscono, ma la sua ‘diversità’ fa dell’ingenuo e puro Calimero la vittima preferita delle angherie dei prepotenti. Inoltre, la sua indole gentile ed innocente raramente lo aiuta ad affrontare le avversità, che vengono puntualmente risolte da altri personaggi.

Quelli menzionati sono solo alcuni degli eroi animati che hanno fatto grande Carosello. Un programma che, a distanza di quasi 40 anni, risulta essere ancora inimitabile ed insostituibile nei ricordi degli italiani.

E voi? Quale personaggio portate nel cuore?

(A.C.)

La prima storica sigla di Carosello, datata 1957:

scritto da:

Annachiara Chezzi

Laureata in Scienze della Comunicazione e specializzata in Gestione delle Attività Turistiche e Culturali, è creatrice ed articolista di Cult Stories. La sua innata curiosità la spinge a non accontentarsi di nuotare in superficie e a voler approfondire gli argomenti che tratta.

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