Fino a non molto tempo fa, i Jedi erano solo un prodotto cinematografico e la loro religione un’invenzione di George Lucas, nata da influenze buddiste e sciamaniche; ma già dal 2001 i suoi seguaci tentano in ogni modo di farla riconoscere come religione ufficiale.
Il caso scoppia nel 2006, quando due Cavalieri Jedi britannici si appellano all’Onu ed all’allora segretario generale Annan, chiedendo il riconoscimento ufficiale della loro fede come religione . Forti dei quasi 400.000 sostenitori inglesi che in Gran Bretagna hanno indicato la Jedi come propria religione personale all’ultimo censimento, hanno provato in tutti i modi a far valere le proprie ragioni, ma tramite il suo portavoce Stephane Dujarric l’Onu ha fatto loro sapere che: ‘le Nazioni Unite non hanno il compito di certificare religioni, con o senza la spada laser’.
Eppure l’espansione del Jedismo continua. Secondo il censimento del 2001, la religione che vede nella Forza la vera essenza dell’universo, sembra essere arrivata al quarto posto, battendo ‘colleghe‘ molto più blasonate, come Ebraismo e Buddismo, e venendo successivamente riconosciuta in Canada, GB, Stati Uniti ed Australia. ‘Non si tratta certo di supereroi con poteri eccezionali a guardia delle galassie, ma di persone normalissime, alcune delle quali praticano allenamenti speciali improntati soprattutto sulle arti marziali, che tentano di emulare i Cavalieri Jedi cinematografici‘, si difende il governo scozzese che, a seguito dell’alta percentuale di credenti, ha deciso di rimaneggiare la definizione di matrimonio, introducendo il ‘Belief marriage‘, cioè il matrimonio basato non su riti religiosi o civili, ma su particolari credenze e convinzioni, tra le ire della Chiesa.
Seppure non abbia ancora ricevuto il riconoscimento ufficiale delle grandi istituzioni, il Jedismo ha sicuramente ottenuto quello molto più interessato e lungimirante degli esperti di marketing, come dimostrano il fiorire di iniziative e centri dedicati ai futuri Cavalieri della Forza.
(M.G.)