Intorno al mito di Syd Barrett, primo leader dei Pink Floyd, girano voci e leggende delle più disparate. Ad alimentarle è la sua personalità controversa, fragile ed autolesionista. Nel 1965 fonda quella che sarebbe diventata una delle rock band più importanti della storia, ma le strade si sarebbero divise da lì a breve. Dopo la pubblicazione del primo lp, “The piper of the gate of dawn”, Barrett sparì improvvisamente. Venne ritrovato dai compagni totalmente fuori di sé, una persona “alla quale è stato spento l’interruttore dentro la testa”, per usare le parole di Joe Boyd, poiché in preda ai devastanti effetti degli acidi. Fu pertanto sostituito nella band dall’amico David Gilmour.
Nel periodo di maggior successo dei Floyd, nel 1975 registrarono il concept album “Wish you were here”, dedicato (anche se la notizia non è mai stata confermata) proprio all’amico. I quattro brani che lo compongono sono legati da un doppio filo conduttore: il tema dell’assenza ( Shine On You Crazy Diamond e Wish You Were Here ) e quello del successo e dello show-business, causa dell’annientamento psichico dell’artista (Welcome to the Machine e Have a Cigar).
Durante le ultime fasi di registrazione di quest’album, nei famosi studi di Abbey Road, pare si aggirasse un uomo in impermeabile, apparentemente di mezza età, grasso, calvo, con le sopracciglia rasate e con in mano una busta della spesa. Con non poca fatica fu Waters a riconoscere in quell’uomo così trascurato l’amico Syd Barrett e reagì scoppiando in lacrime. Alla domanda su come avesse fatto ad ingrassare in quel modo, Barrett rispose ironicamente che a casa aveva un frigorifero molto capiente e pieno di carne di maiale, e che per questo mangiava molte costolette. Il musicista si disse pronto anche a collaborare al nuovo album suonando delle parti di chitarra, ma, all’ascolto di “Shine on you crazy diamond ” (che tra l’altro è il pezzo che contiene più riferimenti su di lui) non si mostrò entusiasta della canzone definendola “un po’ datata ”. Senza salutare, sparì dallo studio e dalle vite dei suoi ex compagni.
Pare che la visita di Barrett abbia influenzato la parte finale della suite di “Shine on..”, in cui Wright suona un accenno di “See Emily play ” (scritta dallo stesso Syd) appena udibile nell’album.
La notizia fece il giro del mondo, alimentando una storia dal sapore della leggenda, che aleggia tutt’oggi intorno al concept album: per alcuni tuttavia, l’incursione dell’ex frontman proprio a ridosso della pubblicazione non è altro che un’accurata strategia di marketing per la promozione di Wish you were here. Non che i Floyd avessero bisogno di ulteriore pubblicità: solo due anni prima hanno pubblicato uno dei più importanti dischi della storia della musica, The Dark Side of the Moon.
(A.C.)
Pink Floyd – Shine on you crazy diamond (part I – V):